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città e 
territorio




la gestione della città», e ai finanzieri garantisce ai contadini del mondo verrà impedito di vivere 

rendite «proiettate su tempi molto più ampi di sulla propria terra»18.
quelli della selvaggia speculazione»15 capillare. In La prospettiva di una “urban prosperity”, meta- 

realtà, questa urbanistica offre idee non lungimi- fora impiegata dall’Onu per descrivere lo scenario 

ranti che, con l’etichetta del “realismo economi- megapolitano19, è «il salto in avanti del pensiero 
co”, creano i disastri di fallimenti comunali e bol- neoliberale, una sua solidificazione in un universa- 

le edilizie che Paolo Berdini denuncia da anni16.
lismo che prende in prestito l’olismo dall’ecologia 

degli anni Ottanta»20, al pari di quella eccessiva- 
mente (e male) impiegata di resilient city, metafo- 

Per un’economia di sussistenza
ra organica che si incarna nei “grattacieli verdi”: 

acciaio e cemento coperti da una coltre vegetale 
Ma, qualunque ne sia l’aggettivazione, l’idea che anticipa la reimmissione postuma dell’archi- 

oggi imperante di città è quella di megalopoli: tettura nei cicli naturali. «Una pericolosa ideologia 
creatura mostruosa a crescita continua che, al – scrive La Cecla – si annida dietro la parola 
urban 
pari del “Mercato”, si autoregola assumendo lo prosperity ed è della stessa natura di chi pensa che 

sviluppo senza fine come proprio carattere qua- il futuro stia in una rete di città-mondo, come se 
litativo contro natura; pura sommatoria di slums, l’agricoltura e la produzione di cibo non fossero al- 

favelas, barrios, dove si sta concentrando la po- trettanto essenziali per la prosperity e come se nelle 

vertà mondiale e trovano rifugio dalle campagne campagne fosse impossibile un modello di cultura 
i profughi derubati dal landgrabbing, ai quali le e di vita di tipo differente da quello delle città ma 

multinazionali dell’agroindustria negano il natu- altrettanto radicato nella storia umana e capace di 

Pietroburgo, 2014. rale diritto alla campagna17. Le statistiche parlano produrre cultura e società»21.
Scatto di Greta di un mondo urbano: processo inarrestabile «se
Mentre l’urbanistica potrebbe concentrarsi su 
Pelleschi.
progetti diversamente orientati, in difesa dell’e- 

conomia di sussistenza contadina e dell’uso agro- 
alimentare dei suoli finalizzato all’alimentazione 

umana, gli organismi internazionali premiano la 

globalità urbana, che diventa uno degli indici di 
sviluppo delle nazioni. La UE fa confluire finanzia- 

menti in progetti di segno megapolitano; l’acco- 

glimento nominale – nella legislazione italiana – 
dell’Area metropolitana dimostra l’adesione a






15 Ivi, pp. 41-42.
16 Ad esempio in PaoLo Berdini, Le città fallite. I grandi 
comuni italiani e la crisi del welfare urbano, Donzelli, Roma, 

2014; cfr. anche il mio La borsa valori dell’urbanistica, “Il 
manifesto”, 22 aprile 2015.
17 Cfr. iLaria agoStini, Il diritto alla campagna. Rinascita 
rurale e rifondazione urbana, Ediesse, Roma, 2015.
18 
Rimando a un nostro contributo di carattere collettivo: 
Vandana ShiVa (a cura di), Terra Viva. Our Soil, Our Commons, 
Our Future. A New Vision for Planetary Citizenship/Manifesto 
Terra Viva. Il nostro suolo, i nostri beni comuni, il nostro futuro, 

Navdanya International, Firenze, 2015, consultabile su www. 
navdanyainternational.it.
19 un-haBitat, State of the World Cities 2012/2013. Prosperity 
of Cities, 2012.
20 
La cecLa, Contro l’urbanistica cit., p. 59.
21 Ivi, p. 53.




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