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narrando
– Quale ingorgo potrebbe sentirsi così, qui su? La strada è lontana– obiettò la ragaz-
za. Fu mentre pronunciava quelle parole che il cielo si oscurò. Velocissimo apparve uno
sciame d’ininiti oggetti in volo.
– Cavallette! – esclamò Duccio. – Non può essere. A Firenze? Non siamo mica nella
Bibbia!
– Sono troppo in alto – osservò Laura – e sembrano molto più grandi.
– E troppo veloci! – confermò Duccio.
Mentre dicevano così, successe ancora qualcosa e il cielo scomparve del tutto. Da
quello sciame che li stava sorvolando cominciò a nevicare. Una neve soice, leggerissi-
ma, che scendeva verso terra con mille volute, lasciandosi portare dal vento.
– Sembrano soioni! – commentò lo studente.
– Intendi il tarassaco? – chiese la ragazza. – Direi piuttosto che potrebbero essere
spore.
– Spore?
– Un sistema d’inseminazione molto antico. Lo usano per esempio le felci.
– Ci stanno inseminando? Uno sciame di cavallette apocalittiche ci starebbe som-
mergendo di spore?
Quella sostanza bianca, qualunque cosa fosse, cominciò a depositarsi sul terreno,
Marzianini.
Scatto di Giuliano
rendendo nuovamente visibile il cielo. Lo sciame era scomparso.
Gemma.
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