Page 17 - Progettando_1_2016
P. 17



narrando






– Un’invasione aliena? Siamo stati invasi da un esercito di spore? Che razza d’in- 

vasione è? In ogni buon ilm di fantascienza gli alieni arrivano con armi laser, bombe 

atomiche e navi fantastiche e cominciano a distruggere tutto e uccidere tutti. Quando 

mai si è sentito di un’inseminazione globale?

– Al massimo mi viene in mente “L’invasione degli ultracorpi”.

– Lì però c’erano dei baccelli giganti che prendevano le sembianze delle persone, Dalla strada 
mica arrivavano gli alieni a seminare un prato – protestò Duccio.
i due ragazzi 
– Magari i baccelli arriveranno dopo.

– Speriamo di no, di fave ce n’è abbastanza in Italia, senza bisogno di importarle! si fermarono 

– scherzò. – Qui però il prato sta diventando una savana. Afrettiamoci a tornare in a guardare

strada, sull’asfalto non dovrebbero attecchire, qui rischiamo di perderci nella giungla il parco. 

– concluse volendo essere spiritoso, ma si rese conto che l’ipotesi non sembrava poi Quelle cose 
così fantasiosa. In pochi attimi la vegetazione aliena era diventata alta mezzo metro e 
verdi erano 
quando raggiunsero via Vittorio Emanuele II, nel parco c’erano strane piante alte quasi 
senz’altro 
un metro. Come avevano previsto, sull’asfalto le piante avevano faticato ad attecchire, 
delle piante, 
ma una nuova vegetazione emergeva dagli angoli della strada, dai muri perimetrali dei 
ma persino 
giardini, dalle crepe nell’asfalto.
Dalla strada i due ragazzi si fermarono a guardare il parco. Quelle cose verdi erano Laura

senz’altro delle piante, ma persino Laura che studiava biologia, non ne aveva mai viste 
che studiava 
di simili. Cominciavano a somigliare ad alberelli, con il tronco che s’irrigidiva, ma più 
biologia,
che ricoperti di corteccia, parevano coperti di scaglie, tipo quelle dei pesci. I rami ave- 
non ne aveva 
vano una disposizione con una geometria verticale, più che orizzontale, cioè i rami non 
mai viste
si disponevano per palchi orizzontali, ma lungo le stesse verticali. Le foglie non avevano 
la solita simmetria, ma erano tripartite. Quello che fece urlare Laura fu però quando di simili

si rese conto che quei rami si muovevano non mossi dal vento, ma come se le piante 

avessero una volontà propria.

– Duccio – sibilò – scappiamo. Guardale! Le vedi? Mi sembra di essere Biancaneve 

nella foresta, quando immagina che le piante la vogliano ghermire. Lo vedi anche tu 
come muovono i rami?

– Lo vedo e non mi piace per niente. Dobbiamo trovare una roncola o almeno una 

falce. La situazione sembra farsi pericolosa.

– Dove la troviamo una roncola a Firenze? Bisognerebbe andare ai centri commer- 

ciali di Campi o di Sesto. Qui non mi viene in mente nessun posto.

– Proviamo in una ferramenta.
– Se ha qualcosa, l’avrà già dato via. Non penserai di essere il solo ad averci pensato? 

E poi? Anche se troviamo qualcosa con cui farci largo? Io ho paura di quello che sta 

succedendo. È tutto troppo veloce. Cambia tutto troppo in fretta.

– Vediamo ancora cosa dicono sui giornali.

Cercarono sullo smartphone i siti di alcuni quotidiani.

– Si parla di un’invasione aliena – riassunse Duccio. – Le navi che hanno lanciato le
spore (anche la stampa le deinisce così) sono scomparse nel nulla, come dal nulla erano 

comparse. Le piante pare abbiano una struttura cellulare del tutto diversa da quelle 

terrestri, ma sembrano aver sviluppato un processo cloroilliano analogo. Purtroppo







15



   15   16   17   18   19