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narrando
– Un’invasione aliena? Siamo stati invasi da un esercito di spore? Che razza d’in-
vasione è? In ogni buon ilm di fantascienza gli alieni arrivano con armi laser, bombe
atomiche e navi fantastiche e cominciano a distruggere tutto e uccidere tutti. Quando
mai si è sentito di un’inseminazione globale?
– Al massimo mi viene in mente “L’invasione degli ultracorpi”.
– Lì però c’erano dei baccelli giganti che prendevano le sembianze delle persone, Dalla strada
mica arrivavano gli alieni a seminare un prato – protestò Duccio.
i due ragazzi
– Magari i baccelli arriveranno dopo.
– Speriamo di no, di fave ce n’è abbastanza in Italia, senza bisogno di importarle! si fermarono
– scherzò. – Qui però il prato sta diventando una savana. Afrettiamoci a tornare in a guardare
strada, sull’asfalto non dovrebbero attecchire, qui rischiamo di perderci nella giungla il parco.
– concluse volendo essere spiritoso, ma si rese conto che l’ipotesi non sembrava poi Quelle cose
così fantasiosa. In pochi attimi la vegetazione aliena era diventata alta mezzo metro e
verdi erano
quando raggiunsero via Vittorio Emanuele II, nel parco c’erano strane piante alte quasi
senz’altro
un metro. Come avevano previsto, sull’asfalto le piante avevano faticato ad attecchire,
delle piante,
ma una nuova vegetazione emergeva dagli angoli della strada, dai muri perimetrali dei
ma persino
giardini, dalle crepe nell’asfalto.
Dalla strada i due ragazzi si fermarono a guardare il parco. Quelle cose verdi erano Laura
senz’altro delle piante, ma persino Laura che studiava biologia, non ne aveva mai viste
che studiava
di simili. Cominciavano a somigliare ad alberelli, con il tronco che s’irrigidiva, ma più
biologia,
che ricoperti di corteccia, parevano coperti di scaglie, tipo quelle dei pesci. I rami ave-
non ne aveva
vano una disposizione con una geometria verticale, più che orizzontale, cioè i rami non
mai viste
si disponevano per palchi orizzontali, ma lungo le stesse verticali. Le foglie non avevano
la solita simmetria, ma erano tripartite. Quello che fece urlare Laura fu però quando di simili
si rese conto che quei rami si muovevano non mossi dal vento, ma come se le piante
avessero una volontà propria.
– Duccio – sibilò – scappiamo. Guardale! Le vedi? Mi sembra di essere Biancaneve
nella foresta, quando immagina che le piante la vogliano ghermire. Lo vedi anche tu
come muovono i rami?
– Lo vedo e non mi piace per niente. Dobbiamo trovare una roncola o almeno una
falce. La situazione sembra farsi pericolosa.
– Dove la troviamo una roncola a Firenze? Bisognerebbe andare ai centri commer-
ciali di Campi o di Sesto. Qui non mi viene in mente nessun posto.
– Proviamo in una ferramenta.
– Se ha qualcosa, l’avrà già dato via. Non penserai di essere il solo ad averci pensato?
E poi? Anche se troviamo qualcosa con cui farci largo? Io ho paura di quello che sta
succedendo. È tutto troppo veloce. Cambia tutto troppo in fretta.
– Vediamo ancora cosa dicono sui giornali.
Cercarono sullo smartphone i siti di alcuni quotidiani.
– Si parla di un’invasione aliena – riassunse Duccio. – Le navi che hanno lanciato le
spore (anche la stampa le deinisce così) sono scomparse nel nulla, come dal nulla erano
comparse. Le piante pare abbiano una struttura cellulare del tutto diversa da quelle
terrestri, ma sembrano aver sviluppato un processo cloroilliano analogo. Purtroppo
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