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Il Mondo In un pIccolo SpazIo ed In una Sola parola: expo





le Esposizioni Mondiali che si sono susseguite nel Il padiglione “Favo” 
dell’Inghilterra.
tempo: 1889 Parigi con 32 milioni di visitatori, 
1900 ancora Parigi con oltre 50 milioni di visita- 

tori, 1929 Barcellona con circa 49 milioni di visi- 

te, New York 1939 con 44 milioni di visitatori, 
1958 Bruxelles con 41 milioni di persone, 1967 

Montreal oltre 50 milioni di visitatori, ed arri- 

vando più vicino ai giorni nostri, nel 1970 Osaka 
con oltre 64 milioni di visitatori e, dulcis in fun- 

do, nel 2010 Shangai con oltre 73 milioni di visi- 

tatori. Ed i visitatori? Si sono sentiti soddisfatti? 
Diciamo che, a guardare alle statistiche, i visitato- 
Gli italiani
ri si sono divisi quasi a metà, una metà si è sentita 
pro Expo
estremamente soddisfatta ed ha dichiarato che lo 

spazio espositivo era allestito molto meglio delle 
che hanno visitato
aspettative, che il tema centrale sull’alimentazio- 
il padiglione Italia
ne mondiale era stato più che soddisfatto e che le 

sono stati tutti
conferenze tematiche avevano dato loro informa- 

terreni “difficili”, difficoltà dovute alla natura d’accordo
zioni dettagliate su quello che sta facendo il mon- 
troppo aspra del terreno o alla presenza troppo do per risolvere il fabbisogno mondiale di pro- 
sulla bellezza
vicina del mare che ha reso complesse l’irrigazio- dotti alimentari. Alcuni hanno messo in evidenza 
della struttura,
ne e la piantagione di ortaggi. Alcuni padiglioni la capacità di ogni singolo Paese di capire i propri 
come quelli della Cina, della Corea, del Kazaki- sulla capacità
limiti e le proprie potenzialità nei confronti del 

stan, Marocco, Austria ed Oman, sono riusciti a degli architetti,
cibo e della riduzione delle risorse; altri hanno 

mettere in luce, meglio degli altri, quelli che sono designer
evidenziato la capacità dei singoli Paesi nel de- 
i prodotti che la terra dona a seconda della posi- scrivere in maniera semplice, quindi con un lin- 
ed organizzatori
zione geografica nel mondo, come il riso per la guaggio comprensibile anche ai bambini, le ric- 
nel riuscire
Cina e l’argan per il Marocco, e le abilità di con- chezze del proprio territorio, spesso molto 
servazione degli alimenti, che spesso si traman- a mettere
diverse all’interno dei Paesi che hanno grandi 

dano negli anni, come il kimci per la Corea ed i in evidenza
superfici. Altri ancora hanno evidenziato la capa- 
formaggi per l’Austria, oppure le tecniche di col- 
le eccellenze
cità di Paesi come Israele o il Qatar di trovare 
tivazione immutate nei secoli come quelle di Ka- nuove tecnologie al fine di rendere coltivabili i
culturali
zakistan ed Oman. Gli italiani pro Expo che hanno 
visitato il padiglione Italia sono stati tutti d’accor- ed enogastro-

do sulla bellezza della struttura, sulla capacità de- nomiche

gli architetti, designer ed organizzatori nel riusci- dello Stivale
re a mettere in evidenza le eccellenze culturali ed 
in pochi
enogastronomiche dello Stivale in pochi metri 
metri quadri
quadri. E cosa dice invece la campana degli oppo- 
sitori? La maggior parte dei visitatori sostiene che 

l’unica cosa positiva è stata la logistica dell’evento 

in quanto, con qualunque mezzo si raggiungesse 
lo spazio espositivo, la disponibilità delle infor- 

mazioni e della cartellonistica rendeva il percorso 

agevole. Ma quali, quindi, i difetti? Primi su tutti,


Il padiglione 
degli Stati Uniti.





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