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1966: MeMorie di un’alluvione
L’angeLo deL
fango
narrando
di carlo menzinger di preussenthal
Veglia in Quei tempi su FiRenze una creatura alata. Qualcuno potrebbe de nirla
un angelo, anche se in greco ἄγγελος signi ca “messaggero”, mentre la creatura non
reca con sé alcun messaggio e nulla ha da dire o comunicare alla stirpe scimmiesca di
Adamo. Per i cristiani gli angeli sono vicini a Dio, ma quell’essere nulla sa di Dio1 e ben
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Vedi Giovanna
poco si preoccupa di esistenze sovrannaturali. Anche de nirlo “alato” è un’imprecisio- e l’angelo di Carlo
Menzinger di
ne, sia per la sua natura incorporea, sia per la conformazione di quegli strani organi me- Preussenthal.
diante i quali riesce a librarsi in volo, spostandosi da un luogo all’altro con una velocità
così impressionante da renderlo ubiquitario. Se fosse fatto di atomi, forse potremmo
immaginarlo di aspetto antropomorfo e con immense ali, ma la sua sostanza è qualcosa
che riguarda la vibrazione delle particelle subatomiche e ciò lo rende invisibile ai no-
stri occhi. Per parlarne abbiamo bisogno di un nome, in modo da non dover ricorrere
continuamente a complesse perifrasi. Lo chiameremo, dunque, Angelo, sia come nome
La barca traghetto in
servizio provvisorio fra Empoli
comune, sia come nome proprio, ma non ci meraviglieremo di certo se egli non rispon- e Spicchio. Fonte: A.S.C.E. -
Archivio Storico del Comune
derà al nostro richiamo, sia perché questo nome gli è alieno, per le ragioni su esposte, di Empoli.
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