Page 10 - Progettando_4_2015
P. 10



riflessioni






giocare con i miei compagni e che ora era lonta- la mappa del nostro essere uomo per addentrarci 

nissimo anni luce, indiscutibilmente irraggiungi- in viaggi emozionali che sappiamo essere difficili, 
dossier
bile gattonando o utilizzando una carrozzina.
impervi e dalle conclusioni incerte, e che forse ci 

Nella prima fase spesso ci si limita a ridisegna- vedono ancora impreparati. è troppo presto.

re un “nuovo” spazio che è attorno a noi, ad inca- Successivamente arrivano i “perché”, arriva- 
sellare una serie di nozioni infinite, una casistica no a fiumi, durante il periodo di accettazione dei 

personale che riguarda quello che possiamo o che nuovi limiti, e generano frustrazione, per quel 

non possiamo fare, prendere, sfiorare. da soli. senso di ingiustizia, pesante come un macigno, 
Già, questo è il pilastro principale di qualsiasi ve- che prende alla gola, e che sappiamo non avrà ri- 

rifica, ragionamento o ragione di vita, sin dall’ini- scatto.

zio. Chi sono e cosa sono quando sono solo?
I “no-non posso” acquistano come per incan- 
Il confronto con “il normale” è costante e le to un peso, rosicchiano alla base la Speranza, alla 

prove a cui ci si sottopone sono infinite, al fine di quale cerchiamo comunque di rimanere salda- 
delineare con sempre maggior precisione chi sia- mente aggrappati, e lottiamo con tutte le nostre 

mo e come siamo, quali sono le nostre chances di forze per cercare soluzioni che cambino i nostri 

fronte ai classici eventi della vita (scuola, lavoro, “no” in “sì-forse”.
famiglia, amori, figli e possibilità di esprimere Ausili di tutti i tipi saturano così le nostre case, 

ciò che vorremmo essere o diventare nel mondo).
ognuno con il proprio uso specifico, cacciatori in- 

Ne abbiamo assolutamente bisogno per rista- stancabili di “novità tecnologiche” scendiamo in 
bilire quella parte di identità che riguarda la no- piazza per pretendere dalle istituzioni città senza 

stra mobilità, andata in frantumi assieme a tutte barriere, così da poter utilizzare i nostri ausili al 

le altre parti del nostro “essere/stare al mondo”; meglio e sostituire uno dei nostri “no” con un bel 
la confusione regna sovrana sulle nuove misure, “sì” deciso.

sui nuovi concetti di vicino e lontano, sul nuovo Normalmente il periodo di accettazione, spes- 

significato alla parola “metro”, sul “vengo su- so dopo tempi molto lunghi, lascia il posto ad una 
bito”, su risposte a domande banali, quali “ce la consapevole coscienza di sé, basata su una sop- 

fai?” oppure “vieni?”.
portazione mai rinunciataria, e su equilibri co- 

In questa fase i “no-non posso” vengono struiti faticosamente durante gli anni.
Palacio de Cristal, 
spesso catalogati assieme ai “sì” senza troppe elu- Qui lo spazio diventa essenzialmente perce- Parque del Buen 
Retiro, Madrid. Scatto 
cubrazioni; siamo troppo impegnati a ridisegnare
pito come un problema da affrontare, una fatica di Woodi Forlano.

quotidiana. Ormai sappiamo bene quali sono le 
nostre possibilità, non ci resta altro che soppor- 

tare la fatica di tirare giù la carrozzina dalla mac- 
china, prima le ruote cercando di non sporcarci, 

poi lo chassis, montare le ruote in equilibrio pre- 

cario, sollevarci a forza di braccia obbligando le 
parti con dolori cronici a fornire l’energia neces- 

saria nonostante il dolore, e affrontare il nostro 

solito tratto di marciapiede con dislivelli, pen- 
denze, buche e scivoli dalle pendenze impossi- 

bili. fatiche necessarie affinché un nostro “sì” 

non si riconverta in un doloroso “no”.
Il nostro cervello, costantemente all’erta, di- 

venta come un calcolatore velocissimo, collegato 

ai cinque sensi, che vaglia ogni istante centinaia 
di informazioni per farci capire se la discesa è 

troppo ripida, se la superfice è scivolosa (odo- 

re di candeggina, giornata umida e pavimento in




8





   8   9   10   11   12