Da Egidio da Viterbo a Enrico Noris. Figure e temi della tradizione agostiniano-eremitana tra Cinque e Seicento

 27,00

La ricezione dell’eredità di Agostino ha rappresentato un momento cruciale nello sviluppo del pensiero della prima modernità. Dall’età umanistico-rinascimentale, segnata fin dai suoi esordi da una ripresa del messaggio del santo di Ippona, sino al Seicento, il secolo agostiniano per eccellenza, caratterizzato da una presenza della filosofia e della teologia agostiniane in ogni espressione culturale, quell’eredità ha fornito alcuni degli strumenti speculativi fondamentali per rispondere alle istanze del presente. Il volume ricostruisce il modo in cui il lascito agostiniano è stato declinato, nel lasso di tempo che precede e segue il concilio di Trento, in alcuni pensatori appartenenti all’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino. Si tratta di autori di grande originalità, che hanno saputo congiungere la fedeltà a una tradizione di pensiero con la volontà di confrontarsi con l’emergere di nuove urgenze. Il percorso prende le mosse da Egidio da Viterbo, discepolo di Marsilio Ficino e propugnatore di un originale platonismo cristiano venato di profetismo, e giunge sino a Enrico Noris, uno degli intellettuali europei più rappresentativi del XVII secolo, sostenitore di una concezione della storia che si colloca sulla linea delle moderne teorizzazioni di un Muratori o di un Vico. Tappe
intermedie di questo percorso sono quelle di Girolamo Seripando, uno dei protagonisti del concilio tridentino, e dei polemisti agostiniani del Seicento, impegnati nella difesa di Agostino tanto dalle interpretazioni in chiave giansenista, quanto dagli attacchi provenienti dalla teologia scolastica di matrice molinista.

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